Lei è Eliana. Nasce a Livorno, in Toscana, nel 1997.
Ha 2 anni. Si sveglia, vomita, ha mal di testa. La mamma, Irene, pensa sia un’influenza, ma non passa. Eliana sta male, ogni mattina.
La mamma la porta al pronto soccorso. Non ha nulla. La rispediscono a casa. È il primo maggio del 2000. Eliana non si regge in piedi.
Corrono in ospedale. Il medico minimizza. La mamma è esasperata. Controlli mia figlia, guardi com’è magra.
Le fanno nuovi esami. Le faremo sapere. Eliana torna a casa. Dopo qualche ora ha una paralisi all’emisfero sinistro. Altra corsa in ospedale. Risonanza d’urgenza. Passano 5 ore. La mamma aspetta, nessuno le dice niente. Ferma la radiologa. Cos’ha la mia bambina. Tumore cerebrale, è gravissima. La portano subito a Pisa, per tentare l’impossibile. Mamma, io muoio. Irene le stringe la manina, gliela tiene finché la sua bimba non entra in sala operatoria.
Passano ore. L’intervento riesce, ma Eliana non è fuori pericolo. Ha 4 anni. Il tumore è tornato. La operano. Eliana è una combattente. Non ha paura. Con lei c’è sempre la sua mamma. Ce la fa. Si riprende. Frequenta le medie. Ha una ricaduta. Altra chemio. Le conseguenze sono devastanti. Non muove più la mano sinistra. Gamba e piede destro sono bloccati. Eliana piange. Addio alla bici e al pianoforte. Pensa non ci possa essere niente di più brutto. Ma a scuola è peggio. I compagni la prendono in giro, le aprono la cartella per farle cadere l’astuccio.
Tanto lei non riesce a richiuderla. Non hai i capelli, fai schifo. Vai via, non puoi stare con noi, sei malata. Eliana non riesce a crederci. In ospedale almeno la capiscono, ci sono altri bambini come lei. Fuori non ha amici.
È sola. Inizia le scuole superiori. Altre prese in giro. Anche i professori le sono contro.
Pensi di essere l’unica a stare male? Eliana cambia scuola più volte. Le torna il tumore. Fa il terzo ciclo di chemio.
Perde i suoi capelli lunghi. Lei e la mamma si abbracciano, piangono. Poi si sciacquano il viso. Si guardano. Ok, ripartiamo.
Eliana Ciancio ora ha 22 anni. Ha vinto tutte le sue battaglie, e aiuta chi ha passato il suo calvario. Quella è la sua casa.
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